Scroll Top

Senso di colpa. Paralisi del cuore.

Il senso di colpa. Paralisi del cuore.
Sono Veronica, ed ho 41 anni. Sono nata a Siracusa in una bellissima città poggiata sul mare.
La mia storia inizia all’età di 8 anni, quando i miei genitori si separano.
Una telefona ha cambiato la mia vita!! Quella piccola bambina spensierata  ad un tratto diventa una piccola donna divisa tra avvocati e sentenze in tribunale. Alimenti da versare e decisioni con chi stare per le vacanze o i fine settimana. Senza contare feste di compleanno, senza la persona più importante della mia vita. Mio papà.
Quel divorzio ha segnato la mia fanciullezza e adolescenza. Lasciando un vuoto e una grande solitudine.
L’assenza di mio padre mi ha portato a cercare sempre l’amore in cose e persone sbagliate pensando di colmare quel grande bisogno d’amore.
Non mi sentivo accettata, in realtà l’abbandono di un genitore ti rende orfana.  Mi sono sempre definita: “figlia   orfana di genitore vivo”.  Un senso di abbandono, mi perseguitava.
Non avevo stabilità, sicurezze  elemosinavo amore  da chiunque, accettavo anche piccole attenzioni  spesso trovandomi in relazioni sbagliate. Insomma un vita incompleta. Con la sensazione che mi mancava qualcosa. Chi ha i genitori divorziati, spesso il figlio si sente perennemente in colpa, come se fossi tu il problema, non pensi che ci sia un problema…ma tu stesso sei il problema.
Mi sentivo di continuo  in difetto nei confronti di mia madre ogni qual volta stavo con mio padre un senso di colpa mi invadeva, non volevo tradirla.
All’età di 13 anni, inizio ad avere problemi di salute, continui dolori allo stomaco senza riuscire a trovarne la causa.
Dopo qualche mese vengo portata d’urgenza in ospedale, da lì un medico mi indirizza con urgenza verso una clinica di Roma dove vengo operata entro una settimana per un occlusione intestinale, un intervento durato 8 ore dove mi hanno dovuto esportare grande parte dell’intestino. Psicologicamente e moralmente ero distrutta. Sono stata dimessa da quella clinica dopo due mesi di convalescenza, quel periodo mi aveva segnata, mi aveva lasciato   un grande disagio e una cicatrice che divideva la mia pancia a metà.
Ho abbandonato gli studi, non riuscivo ad avere concentrazione per studiare. In classe mi sentivo diversa dagli altri. Non riuscivo a portare a termine nulla. Lasciare la scuola è stato l’errore più grande perché mi sono ritrovata sola senza obiettivi, senza amicizie chiusa in un mondo tutto mio, fatto di impossibilità,di sconfitta, di rabbia e un senso di fallimento che pesava sulla mia testa.
Dopo quel periodo difficile, dentro di me si era depositata tanta rabbia e delusione verso i miei genitori in particolar modo con mia madre, la consideravo la causa di quello che vivevo. Soprattutto dal distacco con mio padre.
Inizia una fase di ribellione, frequento un giro di amicizie sbagliate, ragazzi che conducevano una vita sregolata   da lì inizio a fumare finché diventa una dipendenza. Ero circondata da ragazze che per sentirsi per un momento amate andavano con ragazzi diversi rifugiandosi in mani di chiunque anche per ricevere piccole attenzioni o gesti d’affetto. Mi dicevo non ci sarà mai nessuno che mi amerà….
Durante quei mesi di vita sregolata tra litigi in casa, urla, discussioni con mia madre tra varie incertezze incontro un ragazzo.
Era  bellissimo, mi sono innamorata di lui,  mi sono legata in maniera sviscerale, dipendente affettivamente  in fondo ero alla ricerca di un punto stabile nella mia  vita.
Lui diventa tutto questo.
Una storia durata 9 anni, in mezzo a tanti problemi familiari ma nel mio cuore  c’era il bisogno di avere una famiglia, avevo bisogno di un punto di rifugio dove sentirmi protetta e amata. Dicevo sempre : i miei figli non vivranno quello che io ho sofferto, loro avranno due genitori che si amano….
Qualcosa di inaspettato avvenne…. Eravamo in progetto di sposarci ma improvvisamente inizia a soffrire di depressione che  lo portò ad assumere antidepressivi, non riusciva più a lavorare, da lì la mia vita si ribalta sentendomi sempre più sola. Per aiutare lui mi sono resa conto che anche io ero entrata in quel tunnel non sapevo più come gestire quella situazione,  troppo grande per me.
È proprio in quel brutto momento della mia vita dove il baratro della depressione mi aveva invaso, anche quel pilastro stava per sgretolarsi. Mi rivolgo a Dio sperimentando una Presenza e un’ amore sovrannaturale che non avevo mai provato prima.
1 maggio del 2004 da quel momento la mia vita non fu più come prima. Solitudine, rabbia, oppressione, paura tutto mi lasciavano.
Da quel momento Dio  mi ha messo davanti ad una scelta difficile e dolorosa. Ero consapevole che quella non era più la mia strada.
Ho cercato di condividere quello che mi era successo, ma in quel ragazzo è scaturito un totale rifiuto dicendomi chiaramente che non dovevo mai più andare in quella chiesa sapevo che era  arrivata al momento di interrompere quella relazione con molta sofferenza ma allo stesso tempo ero consapevole che quell’incontro con Dio mi aveva completamente cambiato. Una  cosa è certa: non sarei più tornata indietro.
Dio ha ripristinato il rapporto con i miei genitori sapevo che dovevo perdonare di conseguenza  ricostruire il mio cuore e darmi la possibilità di essere veramente libera. Non avrò forse mai la spiegazione a tutto ma sicuramente da parte mia una cosa posso farla.., perdonare e lasciare andare…
Le conseguenze di un rapporto di dipendenza sono:  che quando l’altro si sposterà, tu cadrai.
Comincia il mio meraviglioso cammino di servizio verso la chiesa e le persone. Mi inserisco  nel mondo del lavoro, ritorno a studiare. Per specializzarmi come operatore sanitario. Inoltre ho fatto la  volontaria presso le carceri con un associazione cristiana, con determinazione e  consapevolezza di essere libera di poter prendere la vita in mano e scoprire tutti quei dono che Dio ha  messo in me.  Non avevo più bisogno di appoggiarmi a qualcuno, adesso c’ero io, i miei sogni e il mio futuro.
Sono passati anni e nel mio cuore riaffiora il desiderio di servire Dio con una persona al mio fianco.
Comincio  una conoscenza con un ragazzo cristiano della mia chiesa, che ha  un vissuto particolare nel mondo omosessuale. Dopo un anno e mezzo decidiamo di sposarci, pur sapendo il suo passato, sono andata  oltre poiché non guardo le apparenze delle persone.
Dopo un anno ho vissuto la realtà della verità, avevo sposato un uomo diverso da quello che si era mostrato.
Dentro le mura di casa mi ritrovo con un uomo con immensi conflitti interiori, Incapace di amarsi e di amare.
Ed io una donna senza più volto.
Non è stato difficile affrontare la separazione, ma il  ritrovare me stessa e ricostruire le parti che erano state demolite. La mia dignità, il mio  valore la mia femminilità il guardarmi allo specchio e rivedermi. donna. Quello è stato più difficile.
Oggi sono una donna consapevole delle proprie potenzialità, della mia identità. Mi guardo allo specchio vedendo una leonessa.
Per anni sono rimasta chiusa dentro una stanza guardando fuori dalla finestra, oggi sono pronta ad uscire fuori e prendere quella posizione che sento e vedo dentro di me.
Vivere il  mio proposito Dio mi ha tolto la maschera della vergogna e mi dato una corona legale.

Lascia un commento