La morte sospesa.
La nostra casa era interamente formata con travi di legno a vista ed anche la camera in cui dormivo con mio marito.
Era la casa dei nostri sogni, tanto attesa, desiderata e acquistata con tanti sacrifici da soli 6 mesi, ma in una notte ciò che avevamo costruito impiegando anni della nostra vita, fu spazzato via.
Ricordo ancora quelle immagini, quelle travi di legno che in pochi minuti cominciarono a bruciare, il loro scoppiettio e l’odore di bruciato mi svegliarono senza darmi il tempo di pensare troppo a ciò che stava accadendo.
E’ successo tutto così improvvisamente in quella lontana notte del novembre 2008.
Dormivamo tutti, io, mio marito e mio figlio di appena 5 anni.
In casa scoppiò un incendio, provocato da un problema alla canna fumaria, aprii gli occhi e già le fiamme divulgavano in tutta la camera, ebbi il tempo di svegliare mio marito che inizialmente non si accorse di nulla, ma dopo pochi minuti guardando i suoi occhi mi accorsi che la paura e l’angoscia avevano già presero il sopravvento.
Cercammo di trovare un modo, una soluzione ma, le fiamme ci anticipavano erano più veloci di noi, mio marito cercava di sedare quello che sembrava inizialmente un piccolo incidente domestico, ma da li a poco non avremmo mai immaginato di dover ricorrere all’intervento dei vigili del fuoco, ben tre squadre di pompieri, ebbi il tempo e la lucidità di prendere mio figlio e scappare via.
Con il bambino in braccio avvolto da una coperta e ancora entrambi in pigiama corsi, corsi velocemente e portai mio figlio al sicuro a casa della mia migliore amica Adriana che allora viveva a pochi metri da me, insieme lasciammo mio figlio ad un altra amica e ritornammo a casa, la mia speranza era quella di non ritrovare più quelle fiamme in casa , ma più mi avvicinavo più la realtà era peggiore di quella che immaginavo.
I vigili del fuoco che erano arrivati, provarono in tutti i modi a domare le fiamme ma, invano furono i tentativi, alla fine si arresero anche loro, non c’era più nulla da fare, così in pochi minuti ci ritrovammo nel cortile a guardare le fiamme che si erano ormai propagate in tutto l’appartamento.
Erano esattamente le 4 di notte, faceva freddo e in pochi minuti cominciò anche a nevicare, cercavo ancora una speranza in quella neve che avrebbe potuto spegnere le fiamme, speravo fosse un brutto sogno che da li a poco mi sarei svegliata, si speravo , ma purtroppo era l’ennesima speranza che svaniva, rimaneva la realtà, una triste e cruda realtà.
Per ore insieme a mio marito e la mia amica, siamo rimasti li, inermi, spiazzati senza poter fare più nulla, guardavamo mentre tutta la nostra casa bruciava, ed insieme ad essa ogni cosa che c’era dentro, i nostri vestiti, i nostri mobili, i giochi di mio figlio, bruciavano i nostri ricordi ed ogni sacrificio fatto per anni era già diventato cenere.
Assistevamo ad una scena che solitamente si vedeva in un film, i vigili del fuoco spazzavano e buttavano giù con gli idranti ogni cosa che gli capitava davanti e noi ancora li, fermi e ancora increduli davanti a quel terribile incendio.
Avevo il cuore afflitto, ero triste e le lacrime continuavano a non fermarsi quando, improvvisamente una voce prorompente, sottile e dolce mi sussurra: “ricorda Salmo 23” Il Signore è il mio pastore: nulla mi manca.
Egli mi fa riposare in verdeggianti pascoli, mi guida lungo le acque calme. Egli mi ristora l’anima, mi conduce per sentieri di giustizia, per amore del suo nome.
Quand’anche camminassi nella valle dell’ombra della morte, io non temerei alcun male, perché tu sei con me; il tuo bastone e la tua verga mi danno sicurezza.
Un’ evento che segnò radicalmente e particolarmente la mia vita.
Improvvisamente le mie lacrime si fermarono e sentii una sorta di pace interiore, poteva sembrare surreale, quasi inverosimile, ma io in quel momento avevo ricevuto una parola da parte di Dio che mi aveva calmata, rassicurata e portata a fare una scelta decisamente radicale in quella notte, quella di fidarmi di lui e di servirlo per il resto della mia vita, il dolore che stavo vivendo in quel momento diede spazio all’amore e alla consolazione che Dio stava riversando su di me, lui era li con me.
Rimanemmo senza nulla, ciò che ci riconduceva a quella terribile notte era l’odore di bruciato che rimase sopra il nostro pigiama, e i pigiami che indossavamo era l’unico indumento, l’unico ricordo che ci rimaneva di noi, della mia famiglia.
Avevamo perso tutto, e come soluzione provvisoria ci trasferimmo in casa di Adriana, un piccolissimo appartamento di pochi mq dove si faceva fatica in 3 adulti e un bambino a vivere una semplice quotidianità per gli spazi ristretti, per mancanza di beni che ci mancavano e tanto altro, ma ero viva, la mia famiglia era viva Dio era con me, questo mi è bastato per continuare ad andare avanti.
L’ episodio dell’incendio, purtroppo portò con se le sue conseguenze, dure, amare e difficili conseguenze.
Passarono così i primi mesi di questa nostra nuova convivenza, questa casa che non era la nostra, questa nuova realtà che non ci apparteneva, mio marito rimase senza lavoro e il suo cuore era sempre più afflitto, il suo morale era sempre atterra e ormai lo scoraggiamento predominava.
I soldi non bastavano, facevamo fatica a fare la spesa e le nostre giornate erano più pesanti di quanto potevamo immaginare, ma io continuavo a ricordare come Dio mi aveva parlato “Salmo 23” era sempre con me.
Ogni giorno nasceva un nuovo problema, ogni giorno delle nuove difficoltà, ogni giorno cercavo la forza per incoraggiare mio marito sempre più preso dallo sconforto che a sua volta portò altre conseguenze, insomma stavamo vivendo davvero una situazione insostenibile.
Molti altri fattori negativi si scatenarono nella mia vita provocando in me qualcosa che non riuscivo a gestire più, uno spirito di paura cominciò ad assalirmi.
Avevo perso la mia casa, i miei ricordi i miei effetti personali, tutto, anche il mio matrimonio cominciava a risentirne, quell’accaduto segnò profondamente anche la vita di mio marito che lo portò a commettere degli errori.
Intanto i lavori per la ricostruzione della nostra casa andarono avanti, ed ogni giorno sognavamo di ritornare a quella che era la nostra vita, la nostra quotidianità.
Dopo 7 mesi di attesa, la nostra casa fu ricostruita, ricomprammo mobili nuovi, accessori, abiti per tutte e tre e cercammo di ritornare a riprendere la nostra vita, lasciammo così la casa di Adriana.
Sognavo il mio rientro a casa, sognavo di ricominciare e cercammo in tutti i modi di dimenticare quella notte di novembre e quando pensavo che tutto sarebbe rimasto alle mie spalle si è ripresentato di nuovo lui, così irruente, forte e senza preavviso, questo spirito di paura che mi opprimeva, attanagliava il mio cuore e non mi lasciava.
Trascorrevo le prime notti sveglia, mi sembravano non passare mai, erano interminabili, non era più un momento in cui riposavo ma dove vivevo le paure più forti, la paura di morire, sentivo un nodo alla gola, il mio corpo si irrigidiva e mi apparivano immagini continue di quella notte tremenda dell’incendio, non riuscivo a trovare pace ma continuavo a dichiarare che Dio era più forte della mia paura.
Passò così un anno e le sfide si ripresentavano ancora, le cose non andavano bene, il mio matrimonio, l’economia, mio marito che non riusciva a riprendersi, scarseggiava il lavoro ed un terribile lutto aprì di nuovo un dolore profondo nel mio cuore, persi mio fratello improvvisamente all’età di 40 anni, il dolore fu troppo grande.
Soffrì tanto per questa perdita, mi sentivo distrutta e tutti questi eventi contribuirono a far crescere in me ancora di più la paura, la paura per ogni minima cosa, paura della morte.
Ricordo ancora un giorno in cui avrei dovuto fare un viaggio e prendere l’areo, precedentemente avrei affrontato la cosa con assoluta disinvoltura e serenità, ma in quel tempo non è stato così, la paura si ripresentava, forte, irruente, un senso di turbamento che mi attanagliava lo stomaco, una sensazione di panico che mi colpiva e mi tormentava così, senza preavviso tanto da rinunciare a questo viaggio.
Tanti altri episodi come ad esempio, andare in banca per mettere una banale firma o guidare l’auto mi mandavano nel panico più assurdo, tutto mi provocava un senso di paura, ormai mi sentivo in un tunnel dove non riuscivo a vedere la luce finale.
Ma dentro la mia mente continuavo a ricordare a me stessa che ero una figlia di Dio e che la paura non era un qualcosa che veniva da lui.
Il tempo passava e nonostante le circostanze intorno a me peggioravano io cominciavo ad affrontare le mie paure, Dio mi fa capire cha sarei dovuta andare in fondo a quelle mie paure, era indispensabile che io scoprissi la natura di quella paura e riuscì a farlo solo dopo aver trovato una comunione con Dio.
Lui mi chiamava per essere una vera donna di Dio.
Cominciai a passare molto tempo alla sua presenza, la mia relazione con lui era sempre più forte, nasce in me il desiderio di comprendere da dove derivava quella paura che continuava a non mi lasciarmi e così Dio che aveva un piano per me mi rivelò.
Mi fece comprendere che questa paura della morte che continuavo a sentire era radicata già da tantissimi anni nella mia famiglia, mi fece vedere uno spirito di morte che ormai da generazioni dominava sui componenti della mia famiglia.
In passato un cancro colpì la minore delle mie sorelle all’età di 15 anni, uno dei miei fratelli ebbe un’incidente e fu in coma quasi in fin di vita e ancora altro.
Dio mi faceva rivedere dei lutti forti vissuti nella mia famiglia, tristi e dolorosi ma mi è servito a comprendere e arrivare dove sono oggi.
Ho permesso a Dio di aiutarmi facendomi coraggio e affrontando le mie paure senza temerle e questo non significa che sono completamente sparite ma Dio mi ha insegnato che colui che vive in me è più forte e più io mi fortifico più le riesco a dominare.
Il punto che mi ha dato più forza è stato proprio il servizio, servire Dio stando nell’area sociale di quella che oggi è la mia Chiesa.
Ho avuto supporto, sostegno dalla Chiesa, dai miei mentori, i miei responsabili, i miei migliori amici Adriana con suo marito mi hanno dato quella forza in più per non farmi travolgere da quella paura.
Oggi ho una nuova consapevolezza, so di non essere una donna infallibile ma, più il mio cuore e la mia mente sono concentrate nelle cose di Dio e più la paura si allontana da me e so che non mi appartiene più.