Dopo la violenza non so neanche come abbia fatto a lavarmi e rivestirmi per poter finalmente uscire da quella casa puzzolente, ma ricordo che d’un tratto camminavo sola lungo la strada che avevamo percorso all’andata, guardando a terra. Sentivo l’odore dell’erba bagnata dallapioggia e mi chiedevo cosa ci facessi lì. Mentre camminavo la mia mente aveva già eliminato i ricordi della violenza subita istanti prima ma sentivo una grande tristezza dentro di me.
“Lui” mi affiancò di nuovo con la macchina intimandomi di salire e urlando che mi avrebbe riaccompagnata alla fermata dell’autobus, in città.
Io ero preoccupata di dover rientrare in orario a casa per evitare che mio padre capisse cheavevo bigiato la scuola e salii nella sua macchina. Ricordavo solo di aver percorso quellastrada con lui poco prima. Mi lasciò alla fermata dell’autobus e andò via.
Appena tornata a casa mi nascosi sotto il piumone a righe gialle e bianche nello studio di mio padre. Ero esausta fisicamente ed emotivamente. Stavo a pancia in giù e facevo fatica a girarmi su un fianco perché mi facevano male le braccia e la schiena.
Ricordo che tremavo e respiravo male, poi mia madre tornò a casa e venne nello studio.
Quando mi chiese cosa avessi non le dissi niente perché non me lo ricordavo più. Ero dolorante, come quando si ha la febbre alta e dolori in tutto il corpo, ma non ricordavo il perché e lei non notò niente.
Io che camminavo sola per una strada di campagna, “lui” che mi affiacava con la macchina, ilritorno a casa e i dolori addosso, mia madre nello studio: queste sono le uniche cose che horicordato fino a cinque anni fa, quando “lui” è ritornato nella mia vita.
La mia mente mi stava proteggendo con uno shut down (una chiusura totale). Avevo già rimosso l’accaduto.
Così non dissi nulla neanche a mio padre. Il mio cuore era vivo ma la mia mente si era staccata.
Per anni, però, ho desiderato una cura materna che non ho ricevuto in quell’occasione. E la non-consolazione di quel momento ha lasciato delle cicatrici profonde nel mio cuore, condizionando ogni mia decisione degli anni successivi
Capitolo 4 del libro Abusata e Guarita di A. Gioia
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