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Mai più attacchi di panico

Mai più attacchi di panico

All’improvviso compare il buio. 

Buio tutt’intorno. Nel cuore, nell’anima.

Sembra di morire e sto precipitando in un baratro senza via d’uscita. Percorro un tunnel che non ha fine.

Non riesco a respirare…

Il cuore mi scoppia nel petto, i pensieri non seguono più un ritmo normale e si accavallano, sono accelerati, confusi, orribili. L’impressione è che sia giunta la fine proprio ora. 

Per lunghi anni della mia vita ho vissuto queste esperienze durante i vari attacchi di panico che ho sperimentato. 

Mi sono sentita sbagliata, inadeguata, stupida, infantile e potrei proseguire con una lunghissima serie d’aggettivi negativi che non sto qui a elencare.

Tutto quello che provavo, soprattutto il mio disagio, era dovuto a un grande nemico chiamato panico. 

Fino all’età di diciannove anni la mia vita è trascorsa tranquillamente. 

Ero un’adolescente normale con una vita normale, un ragazzo e tante amicizie, stavo per diplomarmi e tutto mi sembrava così meraviglioso e perfetto, sentivo che avrei potuto fare qualsiasi cosa ed ero felice e spensierata come la maggior parte dei ragazzi a quell’età. Poi improvvisamente l’interruttore si spense e quando tornò la luce tutto era cambiato dentro. 

Non ero più la stessa. Mi guardavo allo specchio senza riconoscermi e le cose che un tempo mi apparivano scontate e facili da affrontare ora erano diventate impossibili. 

Il mio nuovo gigantesco nemico mi aveva rubato la serenità, la gioia e la tranquillità che tutti i ragazzi dovrebbero avere. Ero piombata in un incubo senza fine e dato che prima di allora ignoravo perfino l’esistenza di qualcosa del genere mi trovavo completamente impreparata e spaventata. 

Per me il panico era un nemico da sconfiggere e lo combattei con tutte le mie forze per tantissimi anni senza alcun risultato: lo reprimevo, lo nascondevo e ogni volta che sentivo salire la paura buttavo tutto giù in fondo all’anima, cercando di controllare il panico, di fare qualcosa che mi distraesse e mi tenesse occupata in modo da non pensare a lui. 

Per diversi mesi andai a vivere fuori dalla casa in cui ero cresciuta, sperando che il nemico non mi seguisse e tentai perfino di anestetizzarlo anttenuandone gli effetti con gli antidepressivi ma niente. 

Ogni azione, presa di posizione e atto di coraggio risultavano completamente inefficaci: era come se stessi cercando d’afferrare una bottiglia cosparsa d’olio. La mia vita è stata per parecchio tempo come quella bottiglia scivolosa (non quantifico gli anni per non condizionare nessuno, la verità è che ognuno ha bisogno del suo tempo per guarire). 

La vera questione non era tanto il panico quanto ciò che vi si celava dietro ma non lo sapevo perché nessuno me lo aveva spiegato.

Mi dicevano che dovevo essere coraggiosa e che l’approccio migliore era prendere il problema di petto e che i vissuti che sentivo non erano reali ma si trattava di bugie che dovevo smascherare e sconfiggere.

Quindi dovevo, dovevo, dovevo… ma in tutto questo io dov’ero? Quello che provavo davvero non contava niente? 

La verità è che la maggior parte delle persone non ha idea di cosa sia vivere con gli attacchi di panico, soprattutto quando la frequenza con cui compaiono non è annuale o sporadica ma continua, regolare e ripetuta. Per anni e anni. 

Spesso mi sono sentita dire da molti che stavo facendo   i capricci, che ero solo troppo agitata ed era sufficiente calmarmi e che avrei dovuto pensare a chi stava male davvero. Li guardavo con gli occhi sgranati perché non ero una persona né ansiosa né agitata, il mio temperamento infatti è sempre stato contraddistinto dalla tranquillità, forse anche in modo eccessivo. 

La gente naturalmente non si comporta così   per cattiveria ma semplicemente per mancanza di conoscenza. Non è detto che chi soffre di attacchi di panico sia anche agitato, anzi di solito si tratta di soggetti che tendono a trattenere e non esternano mai i sentimenti che provano davvero, come ad esempio tristezza o rabbia ed è proprio questo il vero problema.

Se chi sta leggendo soffre di attacchi di panico o conosce altri che affrontano questa situazione consiglierei, in base alla mia esperienza personale, di trovare qualcuno di competente che aiuti a esternare e a gestire le emozioni in modo appropriato e che possa accompagnare la persona in un percorso all’interno di sé stessa così che apprenda a usare strumenti efficaci. 

Se  ho imparato una cosa è questa: il panico va attraversato, non scavalcato o respinto perché più lo si attraversa con consapevolezza più perderà potenza

Il fatto di credere in Dio è stato fondamentale per tutto il mio percorso; Lui è stato ed è il mio psicoterapeuta di fiducia e ogni volta che vado alla sua presenza guarisce le ferite con il suo balsamo d’amore.

La Bibbia afferma: « Nell’amore non c’è paura; anzi, l’amore perfetto caccia via la paura» (1 Giovanni 4:18).

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