Sono Anna Servello,
Una donna senza trucco e vi diro perché, nata e vissuta a Milano, ero una bambina estroversa, delicata ma curiosa che amava rubare di nascosto la siringa allora di vetro di mia mamma per fare iniezioni agli arrosti di carne.
Per i famigliare era una passione strana e divertente, ma per me irresistibile e che mi portò ben presto ad amare la medicina.
Cominciai a 16 quasi di nascosto a salire sulle ambulanze e imparare il primo soccorso, avrei voluto tanto fare l’anestesista rianimatore.
Un sogno che non potè realizzarsi, ma al quale mi avvicinai diventando infermiera e lavorando ovviamente nel reparto rianimazione.
Amo questa professione come il primo giorno. Successivamente mi specializzai in qualcosa di un po’ più particolare ed estremo: l’elisoccorso.
Nel frattempo la mia vita era piuttosto travagliata, inquieta.
Il lavoro occupava praticamente tutto il mio tempo ed energie e il mio carattere un pò forte e dominante non mi ha facilitato nelle relazioni affettive.
Ma proprio in questo ambiente conobbi Giovanni.
Lui era bello, forte, coraggioso, competente, dinamico insomma il mio alter ego e fu amore.
Una storia intensa, senza paure, dinamica, imprevedibile, tante promesse, avventure e incontri tra i quali quello che stravolse prima la sua vita e poi la mia: Dio.
Le nostre vite cambiarono insieme: “Sei la mia luce” diceva.
Quella parola …quanti significati ebbe… finché un giorno la diagnosi di un tumore si fece spazio tra di noi.
Essere un infermiera mi ha reso immediatamente consapevole della situazione, della sua gravità e di tutto quello che sarebbe avvenuto, ma non ci siamo arresi.
Inizialmente affrontammo un difficile intervento chirurgico che superò, alternanza di buone e cattive notizie, la chemioterapia, le debolezze fisiche e umane.
Stavamo facendo un percorso cristiano insieme per poter arrivare al matrimonio, e lo desideravamo tanto ma la situazione e tutti i nostri parenti, amici ci consigliavano di aspettare.
Anche Giovanni aveva paura di lasciarmi vedova e sola.
Pregammo, io chiesi a Dio con tutto il cuore cosa dovessi fare e mi affidai completamente alla sua risposta e alla sua volontà.
La Sua risposta non tardò molto e compresi che anche Dio voleva questa unione, il Suo sigillo sulle nostre vite e che io accompagnassi Giovanni a Lui.
Insieme decidemmo per l’amore sopra ogni cosa, per la vita e lottammo di fronte all’ombra della morte che era visibilmente già all’orizzonte. Nonostante questo contesto, decidemmo di sposarci.
La gioia e la forza riempi’ i nostri cuori. Una pace sovrannaturale ci raggiunse e iniziammo i preparativi con talmente tanto affetto e disponibiltà, della nostra chiesa, del nostro pastore, degli amici, tutti si prodigarono nei minimi particolari e la mia gratitudine per loro sarà eterna.
Eravamo circondati dal loro amore, e quante lacrime scesero nel vedere la macchina organizzativa intorno a noi.
Un giorno meraviglioso, tutto è andato bene, emozione e felicità immensa e anche la malattia prese un giorno di ferie.
Mi presi cura di lui, nessuno altro infermiere se non io curò il suo corpo affaticato ma affidato al Dio che amava profondamente.
La forza, la fede, la fiducia non mi abbandonarono mai, nulla di umano direi.
La morte sopraggiunse solo 5 mesi dopo e anche un po’ in anticipo, ma siamo stati Insieme fino all’ultimo respiro, insieme fino a varcare quella soglia del non ritorno, uniti da un amore che ha vinto la morte, si perchè vive dentro di me e con me ogni giorno.
Non siamo mai stati soli. Dio era sempre con noi e anche la Sua chiesa.
Il dolore è stato lacerante e la mancanza viscerale di piu’ ma ero serena per averlo amato fino alla fine ed averlo accompagnato a quella porta dove il Padre Celeste lo attendeva.
Giovanni ti sposerei ancora.