Chi mi conosce a fondo sa che non sono particolarmente attaccata ai festeggiamenti di capodanno. Ritengo i rituali importanti, così come i momenti che segnano un punto di snodo particolarmente significativo, ma, per istinto o per abitudine, sono stata più spinta a dare valore soprattutto ad altri appuntamenti di questo genere, a partire dalla Pasqua, il passaggio dei passaggi.
Oggi sono stata colpita dal numero superiore al solito di messaggi di auguri meditati, intensi e profondi; non so se siano anche segno del desiderio e del bisogno di lasciarci alle spalle con più enfasi del solito l’anno che è trascorso.
Concordo anch’io con l’immensa gratitudine verso Dio e verso il suo corpo che è la chiesa, ovvero verso noi tutti, per essere approdati all’altra sponda, tra le onde di un mare in burrasca. Più che ad attraversare il Mar Rosso camminando su terra asciutta, ci siamo piuttosto trovati per un anno intero ad affrontare il mare di Galilea in tempesta; sapevamo o abbiamo imparato a credere ancora di più che Gesù è sempre presente e al nostro fianco.
Talvolta ci è apparso lontano, talvolta pensavamo si fosse appisolato (ma, immediatamente, risuonavano in noi le parole del Salmo 121,4 in cui si dice che “Colui che protegge Israele non sonnecchierà né dormirà); e poi, subito dopo, eccoci a scoprire che in realtà il Signore si stava manifestando a noi con potenza, camminando su quelle stesse acque turbolenti, oppure sgridando e facendo tacere all’istante gli elementi del mondo sconvolti.
Questo anno complesso ci ha sicuramente spinto a interrogarci, ci ha temprato e ci ha offerto spunti di un possibile, più profondo e radicale cambiamento.
I frutti che si colgono in un tempo di carestia sono ancora più straordinari. Il mio augurio per noi tutti nel 2021 è che nell’anno che ci apprestiamo a vivere ciò che nella tempesta abbiamo seminato e ciò che di nuovo, valido, bello e buono abbiamo visto timidamente spuntare e prendere forma trovi la forza di sbocciare pienamente e la via di compiersi attraverso il dono reciproco.
La nostra comunità ha ricevuto quest’anno dal Signore l’invito a guardare più al nostro prossimo che a noi stessi. Sento che questo è il modo con cui Dio vuole “approssimarci”, ovvero riportarci più vicini gli uni gli altri, attraverso il cuore e i gesti concreti, prima ancora che lo si possa fare fisicamente.
Buon 2021 nella Luce e nella Pace di Cristo
Maria Paola